L’arte di confondere i nemici

Pubblicato il 11 novembre 2025 alle ore 06:14

Non serve urlare per vincere.

Serve silenzio.

Un silenzio così calibrato da diventare arma tattica.

Mentre gli altri cercano spiegazioni, tu lasci solo indizi.

E mentre provano a decifrarti, si perdono dentro la nebbia che hai creato.

 

Confondere non è recitare.

È architettare.

È lasciare che la gente ti osservi, si illuda di capirti e poi si schianti contro la realtà: tu non sei dove credono, non sei chi immaginano.

Sei altrove, e stai già muovendo la prossima pedina.

 

Le menti semplici odiano chi resta indecifrabile.

Ma è proprio lì che vinci.

Perché chi non capisce ciò che fai, non può ostacolare ciò che stai costruendo.

 

Io non rispondo.

Registro.

Non reagisco.

Ricalcolo.

E quando il gioco si chiude, gli altri parlano di fortuna.

Io so che era solo strategia.

Ivan Minervini