I primi da punire sono i genitori. Non i figli.
Perché i figli copiano — e spesso copiano male.
Le mazzate che non avete dato, le prenderete in faccia sotto forma di mancanza di rispetto.
Avete allevato piccoli re senza regno, spocchiosi, fragili e senza spina dorsale.
Viviamo in un’epoca dove non sono più i figli a essere “difficili”.
Sono i genitori a essere deboli.
Hanno scambiato l’amore per permissività, il dialogo per sottomissione, la libertà per mancanza di regole.
E oggi ci ritroviamo circondati da ragazzi che non conoscono il rispetto,
non perché nessuno gliel’abbia insegnato —
ma perché chi doveva insegnarglielo si è arreso per primo.
Le mazze non devono colpire: devono educare.
Ma educare richiede coraggio, coerenza e — soprattutto — esempio.
E l’esempio non si insegna con le parole, ma con la schiena dritta.
La verità è semplice:
non puoi pretendere disciplina da un figlio se tu per primo non hai disciplina ed educazione.
Non puoi chiedere rispetto se in casa regna la commedia del “fai come vuoi”.
E non puoi lamentarti della generazione di oggi
se sei tu che hai tirato via il concetto di limite.
I figli non si “crescono”: si forgiano.
E chi non ha il coraggio di forgiare, finisce per allevare fragilità travestite da libertà.
Vi offendete se il mondo li corregge al posto vostro?
Se non educhi tuo figlio, lo farà qualcun altro e tu, non hai nemmeno il diritto di lamentarti.
È la legge del "saper campare" e nessuno la cambierà mai. Per fortuna.