La gente confonde l’eccellenza con l’educazione, la calma con la bontà, il carattere con la malattia mentale.
Ma la verità è che chi ha carattere, è una minaccia.
Perché non si piega, non si plasma, non cerca approvazione.
E in un mondo fatto di facce finte e sorrisi a pagamento, chi non si vende… spaventa.
Eccetto per alcuni analfabeti disfunzionali — che se non urli non ti capiscono — il carattere vero non ha bisogno di rumore.
Basta uno sguardo per far crollare una maschera. Un silenzio per mettere a disagio chi vive di apparenze.
Io non urlo, non spingo, non cerco consenso.
La mia presenza basta.
E per chi non capisce il linguaggio del rispetto,
c’è sempre la lingua del ruggito.
Scelgo la calma, ma non la resa.
La compostezza è la mia arma.
E quando serve, il fuoco sotto il ghiaccio parla per me.
È una forma di potere invisibile, che non ha bisogno di presentazioni.
Ecco perché l’eccellenza raramente lo sopporta
— perché il carattere non si compra, non si eredita,
si costruisce a sangue freddo.