Il carattere non sempre va di pari passo con l’eccellenza.

Pubblicato il 19 ottobre 2025 alle ore 07:13

La gente confonde l’eccellenza con l’educazione, la calma con la bontà, il carattere con la malattia mentale.

Ma la verità è che chi ha carattere, è una minaccia.

Perché non si piega, non si plasma, non cerca approvazione.

E in un mondo fatto di facce finte e sorrisi a pagamento, chi non si vende… spaventa.

 

Eccetto per alcuni analfabeti disfunzionali — che se non urli non ti capiscono — il carattere vero non ha bisogno di rumore.

Basta uno sguardo per far crollare una maschera. Un silenzio per mettere a disagio chi vive di apparenze.

Io non urlo, non spingo, non cerco consenso.

La mia presenza basta.

E per chi non capisce il linguaggio del rispetto,

c’è sempre la lingua del ruggito.

 

Scelgo la calma, ma non la resa.

La compostezza è la mia arma.

E quando serve, il fuoco sotto il ghiaccio parla per me.

È una forma di potere invisibile, che non ha bisogno di presentazioni.

 

Ecco perché l’eccellenza raramente lo sopporta

— perché il carattere non si compra, non si eredita,

si costruisce a sangue freddo.

Ivan Minervini