Il mio 2026 inizia senza chiedere permesso

Pubblicato il 31 dicembre 2025 alle ore 07:00

Ci sono anni che bussano.

E anni che entrano.

 

Il 2026 per me non chiede permesso.

Non perché sia arrogante, ma perché è maturo.

 

Ho passato abbastanza tempo a spiegare, giustificare, mediare.

A rendere comprensibile ciò che era già chiarissimo a chi voleva davvero capire.

A rallentare per non disturbare.

 

Questo nuovo anno nasce da una scelta semplice e radicale:

non contrattare più la mia direzione.

 

Non chiedo il via libera.

Non cerco consenso.

Non aspetto approvazioni emotive, professionali o sociali.

 

Il 2026 inizia con una linea netta:

tra ciò che costruisco e ciò che mi distrae.

Tra chi aggiunge valore e chi consuma energia.

Tra il rumore e la struttura.

 

Ho capito una cosa fondamentale:

chi costruisce davvero, non chiede mai il permesso.

Studia, osserva, decide. Poi agisce.

 

Questo non è un anno di promesse urlate.

È un anno di coerenza silenziosa.

 

Meno spiegazioni.

Più risultati.

 

Meno esposizione inutile.

Più posizionamento.

 

Meno reazioni.

Più strategia.

 

Il 2026 non sarà l’anno in cui dimostro qualcosa agli altri.

Sarà l’anno in cui rispetto me stesso fino in fondo.

 

E quando fai questo, succede una cosa curiosa:

non devi più convincere nessuno.

Perché chi conta, capisce.

Gli altri si allontanano da soli.

 

Il mio 2026 inizia così.

Senza chiedere permesso.

Con disciplina, visione e una direzione che non è negoziabile.

Ivan Minervini