Nel lavoro — e nella vita — non credo nei colpi di fortuna.
Credo nella struttura. Nelle scelte che ripeti ogni giorno anche quando non ti guarda nessuno. Credo in tre parole che mi definiscono e mi guidano: ferro, fame, futuro.
Non sono slogan. Sono la mia bussola.
Ferro: la disciplina che non si piega
La maggior parte delle persone cerca la motivazione. Io cerco il ferro.
La motivazione dura un’ora, il ferro dura una vita.
Il ferro è la disciplina che ti costringe a fare ciò che serve, non ciò che hai voglia di fare. È la capacità di rimanere solido quando intorno a te tutto vacilla. È svegliarsi presto anche quando non hai dormito; è finire una cosa anche se nessuno ti obbliga; è rimanere lucido quando gli altri crollano.
Il ferro è ciò che separa chi sogna il successo da chi lo costruisce.
Fame: non accontentarsi mai
Se il ferro è la struttura, la fame è il fuoco.
E la fame non è un sentimento: è una decisione.
Avere fame significa non considerarsi mai “arrivati”. Vuol dire guardare ogni risultato non come un traguardo, ma come una base da cui ripartire. Significa studiare, osservare, assorbire, migliorare — costantemente.
La fame ti tiene sveglio, ti spinge fuori dalla zona di comfort, ti obbliga a essere più curioso, più creativo, più veloce.
La fame è ciò che ti impedisce di diventare la versione “comoda” di te stesso.
Futuro: ciò che costruisco, non ciò che aspetto
Tutto questo avrebbe poco senso se non fosse orientato al domani.
Io non lavoro per mantenere ciò che ho: lavoro per costruire ciò che voglio diventare.
Il futuro non è una promessa. È un progetto.
Richiede visione, coraggio, capacità di rischiare, ma soprattutto la consapevolezza che il mondo cambia a una velocità che non ti aspetta. O ti evolvi, o vieni superato.
Per me il futuro è l’unico vero patrimonio.
E ogni giornata, ogni decisione, ogni errore e ogni vittoria sono mattoni che posiziono per arrivarci.
Conclusione: un’etica più che un metodo
Ferro, fame, futuro non è una formula.
È un modo di vivere il lavoro. È il mio modo di rispettare me stesso, le mie ambizioni e le persone che credono in me.
Non voglio essere ricordato per ciò che ho fatto “oggi”, ma per ciò che ho costruito “domani”.
E il domani appartiene solo a chi è disposto a sudarselo.