La mia etica del lavoro: ferro, fame, futuro

Pubblicato il 10 dicembre 2025 alle ore 07:00

Nel lavoro — e nella vita — non credo nei colpi di fortuna.

Credo nella struttura. Nelle scelte che ripeti ogni giorno anche quando non ti guarda nessuno. Credo in tre parole che mi definiscono e mi guidano: ferro, fame, futuro.

Non sono slogan. Sono la mia bussola.

 

 

Ferro: la disciplina che non si piega

 

La maggior parte delle persone cerca la motivazione. Io cerco il ferro.

La motivazione dura un’ora, il ferro dura una vita.

 

Il ferro è la disciplina che ti costringe a fare ciò che serve, non ciò che hai voglia di fare. È la capacità di rimanere solido quando intorno a te tutto vacilla. È svegliarsi presto anche quando non hai dormito; è finire una cosa anche se nessuno ti obbliga; è rimanere lucido quando gli altri crollano.

 

Il ferro è ciò che separa chi sogna il successo da chi lo costruisce.



 

 

Fame: non accontentarsi mai

 

Se il ferro è la struttura, la fame è il fuoco.

E la fame non è un sentimento: è una decisione.

 

Avere fame significa non considerarsi mai “arrivati”. Vuol dire guardare ogni risultato non come un traguardo, ma come una base da cui ripartire. Significa studiare, osservare, assorbire, migliorarecostantemente.

 

La fame ti tiene sveglio, ti spinge fuori dalla zona di comfort, ti obbliga a essere più curioso, più creativo, più veloce.

La fame è ciò che ti impedisce di diventare la versione “comoda” di te stesso.



Futuro: ciò che costruisco, non ciò che aspetto

 

Tutto questo avrebbe poco senso se non fosse orientato al domani.

Io non lavoro per mantenere ciò che ho: lavoro per costruire ciò che voglio diventare.

 

Il futuro non è una promessa. È un progetto.

Richiede visione, coraggio, capacità di rischiare, ma soprattutto la consapevolezza che il mondo cambia a una velocità che non ti aspetta. O ti evolvi, o vieni superato.

 

Per me il futuro è l’unico vero patrimonio.

E ogni giornata, ogni decisione, ogni errore e ogni vittoria sono mattoni che posiziono per arrivarci.



 

Conclusione: un’etica più che un metodo


Ferro, fame, futuro non è una formula.

È un modo di vivere il lavoro. È il mio modo di rispettare me stesso, le mie ambizioni e le persone che credono in me.

 

Non voglio essere ricordato per ciò che ho fatto “oggi”, ma per ciò che ho costruito “domani”.

E il domani appartiene solo a chi è disposto a sudarselo.

Ivan Minervini