Non serve una laurea in psicologia per riconoscerli.
Serve solo ricordarsi chi sei, e non dimenticarlo mai.
Il partner tossico non arriva come un nemico: arriva come un salvatore.
Ti fa credere di averti capito, ti studia, ti copia, ti specchia.
E poi lentamente comincia a smontarti — con dolcezza.
Ti fa dubitare delle tue certezze, ti colpevolizza per la tua forza,
ti fa sentire “troppo”: troppo freddo, troppo ambizioso, troppo indipendente.
È lì che devi aprire gli occhi.
Perché chi ti ama non ti ridimensiona, ti amplifica.
Chi ti vuole davvero bene non si spaventa della tua potenza — ci cresce dentro.
I partner tossici non sopportano chi non possono controllare.
Ti vogliono spegnere per sentirsi accesi.
Ti mettono in dubbio per sentirsi al centro.
E ti svuotano fingendo di riempirti.
Riconoscerli è un atto di lucidità, ma lasciarli è un atto di potere.
Perché il vero antidoto alla tossicità non è la vendetta: è l’indifferenza.
È tornare a essere luce, senza più concedere ombra a chi vive di oscurità.