Trasformare il vuoto in trampolino

Pubblicato il 23 agosto 2025 alle ore 09:34

Ci sono momenti nella vita in cui tutto sembra crollare.

La malattia, la disabilità, la perdita di certezze: è come se qualcuno ti strappasse via il terreno sotto i piedi e tu ti ritrovassi a cadere nel vuoto.

Io quel vuoto l’ho conosciuto bene.

Mi ha confuso le parole, mi ha rubato la memoria, mi ha tolto punti di riferimento che davo per scontati.

Mi ha spento la vista, zittito l’udito, tolto l’equilibrio e persino la voce: non riuscivo più a parlare.

Eppure, proprio da lì, da quel buio che sembrava una condanna, è iniziata la mia vera crescita personale.

 

Il vuoto come maestro

 

Il vuoto spaventa, ma insegna. Ti mostra cosa conta davvero, ti costringe a lasciare andare le maschere e a smettere di fingere. Quando hai perso tutto, non hai più paura di rischiare: saltare nel vuoto diventa l’unica strada.

E così scopri che il vuoto non è solo abisso. È anche spazio per ricostruire, per inventarti di nuovo, per diventare chi sei davvero.

 

La malattia non è identità

 

La malattia mi ha tolto tanto ma non ha definito chi sono. Ha provato a scrivere la mia storia al posto mio, ma io ho scelto di riprendere in mano la penna.

Sì, ci sono giorni duri, giorni in cui mi perdo tra le parole, giorni in cui la memoria mi tradisce.

E poi ci sono i giorni peggiori, quelli in cui il corpo sembra spegnersi e resto immobile, senza riuscire a muovere le gambe. È come se la malattia volesse ricordarmi i suoi confini, costringendomi dentro un corpo che non sempre risponde. 
Ma anche lì, nel momento più buio, c’è una scintilla che resiste. La forza di non arrendermi, di raccontare, di testimoniare.

Perché se condivido la mia esperienza, non solo alleggerisco il mio fardello: posso diventare luce per chi vive le stesse ombre.


Il salto nel vuoto come crescita


La crescita personale non è solo leggere libri motivazionali o ascoltare discorsi ispiranti. A volte è trovarsi davanti a un baratro e dire: “Ok, salto lo stesso.”

Il vuoto che pensavo mi avrebbe distrutto si è trasformato in trampolino. Ogni scelta coraggiosa, ogni parola scritta, ogni ricordo che riaffiora diventa un passo verso una versione di me più vera, più libera.

La malattia mi ha tolto molto, è vero.
Ma mi ha anche regalato qualcosa di inaspettato: il coraggio di scegliere me stesso ogni giorno

E allora oggi non vedo più il vuoto come fine, ma come inizio. Non come una perdita, ma come uno spazio da cui imparare a volare.

Ivan Minervini